GIUSEPPE CALANDRELLI

 

Nacque a Zagarolo (Roma) il 22 maggio 1749 da Tommaso e da Maria Fortini. Divenuto sacerdote, mentre già insegnava filosofia nel seminario di Magliano Sabina, si dedicò allo studio della matematica. Tornato a Roma insegnò al seminario romano matematica e poi fisica. Diventato il principale esponente di un’accademia di fisica che aveva sede nel palazzo del cardinale Zelada, che vi aveva fatto anche costruire un piccolo osservatorio, cominciò ad interessarsi di astronomia.Quando nel 1787 lo Zelada fu incaricato del funzionamento del Collegio Romano, dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, gli affidò il piccolo osservatorio affinché lo arricchisse di strumenti. Per molti anni questo fu il centro dei suoi interessi. Ebbe come collaboratori dapprima solo l’abate A. Conti, suo allievo e amico, e in seguito il nipote Ignazio Calandrelli.

Chiamato al Collegio Romano, dopo la soppressione da parte di Clemente XIV nel 1773 della Compagnia di Gesù, gli fu affidata la cattedra di matematica, e vi promosse lo studio dell’astronomia. Sono di questi anni gli studi per determinare l’esatta posizione geografica del Collegio Romano e di altri importanti edifici della città. Con gli anni la notorietà del Calandrelli negli ambienti scientifici andò crescendo: conobbe o fu in rapporto epistolare con alcuni dei più importanti scienziati dell’epoca, da Boscovich e d’Alambert a Piazzi, Lalande, Cuvier.

Nel 1810, data l’età, gli venne concesso di lasciare l’insegnamento per dedicarsi esclusivamente all’osservatorio Ma nel 1824 Leone XII, papa restauratore, riconsegnò il Collegio Romano ai Gesuiti e Calandrelli, come tutti gli altri religiosi non gesuiti che vi insegnavano, dovette tornare all’Università. Per ricompensarlo della perdita subita il papa istituì, proprio per lui, la cattedra di ottica e astronomia, e lo incaricò del progetto di un nuovo osservatorio. Ma il professore si ammalò e morì poco dopo, nel 1827.

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