L’interventismo dei liberali conservatori
L’adesione alla causa dell’interventismo degli uomini della destra liberale al governo è prudente e graduale. Espressa sui giornali filogovernativi della capitale, ha la voce più autorevole nel milanese “Corriere della Sera”, diretto da Luigi Albertini. Il primo ministro Antonio Salandra e il ministro degli esteri Sidney Sonnino temono soprattutto che una mancata partecipazione al conflitto in cui si decideranno le sorti dell’Europa comprometterà gravemente la posizione dell’Italia e il prestigio stesso della monarchia; una guerra vittoriosa invece rafforzerà le istituzioni e darà maggiore solidità al governo e all’istituzione monarchica. Il discorso di Salandra al Parlamento del 3 dicembre 1914, con il riferimento alla “neutralità armata” dell’Italia, accolto come riferiscono le cronache parlamentari dal plauso delle Camere, ben rappresenta la nuova cruciale fase di passaggio della politica estera italiana: pur continuando a trattare con gli imperi centrali per i compensi territoriali richiesti ai confini nord-orientali, con la cessione dei territori italiani di Trento e Trieste in cambio della neutralità, fin dall’autunno sono allacciati contatti segreti con l’alleanza anglo-franco-russa. La decisione di accettare le proposte dell’Intesa con la firma il 26 aprile 1915 del Patto di Londra, le cui principali clausole prevedono di ottenere, in caso di vittoria, il Trentino, il Sud Tirolo, la Venezia Giulia, l’intera penisola istriana esclusa Fiume e parte della Dalmazia, sarà presa da Salandra e Sonnino col solo avallo del re, senza informare né il Parlamento né gli altri membri del governo.

LA VITTORIA


IL PRIMO NUMERO DEL GIORNALE ESCE IL 19 LUGLIO 1914 POCHI GIORNI PRIMA DELLO SCOPPIO DELLA GUERRA. PER L’ULTIMA VOLTA È IN EDICOLA IL 30 APRILE 1916. AGITA UN ACCESO ANTIGIOLITTISMO, ATTACCANDO DA DESTRA L’UOMO POLITICO. DENUNCIA IL SISTEMA DI POTERE PERSONALE, OLTRE I PARTITI E OLTRE LE ISTITUZIONI, INSTAURATO DA GIOVANNI GIOLITTI: AL SUO SUCCESSORE AL GOVERNO, IL CONSERVATORE ANTONIO SALANDRA, SPETTA IL COMPITO DI RIPRISTINARE LA “DEMOCRAZIA” OVVERO UNA PIÙ CORRETTA APPLICAZIONE DELLE FORME COSTITUZIONALI. SOSTIENE L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA, OPPONENDO AL NEUTRALISMO GIOLITTIANO E DEI SOCIALISTI LA POSIZIONE INTERVENTISTA IN MATURAZIONE NEGLI AMBIENTI LIBERAL-CONSERVATORI CHE HANNO COME MAGGIORI PUNTI DI RIFERIMENTO SALANDRA E SIDNEY SONNINO, MINISTRO DEGLI ESTERI DALL’OTTOBRE 1914. PROPUGNA L’ALLEANZA CON GLI IMPERI CENTRALI, MOTIVATA CON LA DIFESA DEGLI INTERESSI ITALIANI NELL’ADRIATICO E PIÙ IN GENERALE LA TUTELA DELLA POSIZIONE DELL’ITALIA NEL MEDITERRANEO, CONTRO L’EGEMONIA ACQUISTATA NELL’AREA DALLE POTENZE INGLESE E FRANCESE, ORA IMPEGNATE ANCHE A CONTENDERE AL NEMICO TURCO LE BASI NAVALI SULLE SPONDE ORIENTALI DEL “MARE NOSTRUM”. CONFERMA IL SUO CARATTERE DI ORGANO UFFICIOSO SALANDRINO QUANDO CON RAPIDA INVERSIONE DI MARCIA NEL MAGGIO 1915 PASSA ALL’INCONDIZIONATA ADESIONE ALLA SCELTA DEL PRIMO MINISTRO PER LO SCHIERAMENTO CON LE NAZIONI DELL’INTESA. IL QUOTIDIANO, CHE PRENDE ISPIRAZIONE NEGLI AMBIENTI NAZIONALISTI, APPELLANDOSI ALLA PAROLA DEL RE, PROCLAMANTE CHE TUTTO UN PERIODO STORICO SI È CHIUSO, PER LA SUPREMA NECESSITÀ DELLA PATRIA, ANNUISCE “PRONTO A CONTRASTARE L’ASSALTO DEL SOVVERSIVISMO”. MOLTO PARCHE E MISURATE SONO LE NOTIZIE SULLA GUERRA: I BOLLETTINI DEL COMANDO SUPREMO SONO PUBBLICATI SENZA COMMENTO.

La bandiera dei tre colori (Cortigliani-Dall’Ongaro) es. Coro e Orchestra Piccinelli - 78g LA VOCE DEL PADRONE, GW 125 (1925ca) – ICBSA doc.digit. n.49557