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ASC, Biblioteca Romana: 18232 [5]
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“Guida dei trams e autobus di Roma. Pianta delle linee tramviarie e di autobus. Fac-simile dei biglietti, 1930”

Con la riforma del traffico in vigore dal 1 gennaio 1930 è ridotta di circa 130 km la lunghezza di esercizio della rete tramviaria, con la demolizione del più antico materiale rotabile, specie quello proveniente dalla S.R.T.O. e dalla società delle “Tramvie e Ferrovie Economiche”, completamente assorbite dall’A.T.A.G. fra il 1927 e il 1929. La zona centrale servita solo da autobus è delimitata dal percorso della linea “circolare centrale” tramviaria (CD centrale destra e CS centrale sinistra) il cui tracciato è qui tratteggiato con la linea rossa (piazzale Flaminio – viale del Muro Torto – piazza Fiume – Porta Pia – piazza della Croce Rossa – piazza Indipendenza – piazza dei Cinquecento – via Cavour – via degli Annibaldi – Colosseo – via S. Gregorio – via dei Cerchi – Bocca della Verità – lungotevere – Ponte Umberto I – via Ulpiano – piazza Cavour – via F. Cesi – Ponte Margherita – Piazzale Flaminio). Lungo il tragitto della circolare sono situati nove snodi autotramviari, denominati ciascuno con l’iniziale del rione o quartiere dove sono localizzati: F (Flaminio), S (Salario), N (Nomentano), ecc. La rete degli autobus è composta da 28 linee: 8 centrali, denominate dalle due lettere dei nodi ove sono i capolinea (es.: FE per l’autobus dal Flaminio all’Esquilino), una linea radiale piazza Fiume – piazza Trasimeno, 3 di penetrazione nel centro, 12 periferiche, 2 speciali, 2 notturne. La rete dei tram è invece composta di 32 linee: la circolare interna, 26 linee radiali che vanno dai quartieri al nodo più vicino, 3 linee che formano tratti di un anello circolare esterno e 2 periferiche. A ispirare la riforma sono anche ragioni di “ordine pubblico”: è introdotta una maggiorazione delle tariffe sulle linee del centro e con l’alto prezzo del biglietto si intende limitare il transito nell’area monumentale della città storica, soprattutto interdirlo a quegli strati meno abbienti della popolazione, destinati ad essere espulsi dalle aree di rappresentanza della capitale, trasferiti nelle lontane borgate costruite nell’estrema periferia. Nella vita quotidiana dei romani la riforma significherà soprattutto spostamenti più difficili, con un maggior numero di trasbordi. Anche il nuovo sistema tariffario non funziona, recando un dissesto all’azienda che sarà costretta a un generale riordino delle tariffe, nel 1931.