A ROMA CONOSCERE LA STORIA DI ROMA

"I LUOGHI DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA"

CENTRI DI RICERCA MUSEI SCIENTIFICI APPLICAZIONI TECNOLOGICHE

Pagina Principale

 

- L’ARCHIGINNASIO ROMANO

LO STUDIO DELLE SCIENZE NELL’UNIVERSITÀ’ PONTIFICIA

 

- Il Comune Antico e il suo Archivio

la Camera Capitolina (Sec. XVI – 1847)

 

- I CIRCOLI SCIENTIFICI A ROMA FRA SETTECENTO E OTTOCENTO

LA RINASCITA DELL’ACCADEMIA DEI LINCEI

 

- Il Notariato e la Documentazione Notarile  dell’Archivio Generale Urbano (Sec. XIV – 1871)

- L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DELL’ARCHIGINNASIO ROMANO IN CAMPIDOGLIO

- L’Archivio Comunale dalle Riforme di Pio IX al Municipio di Roma Capitale (1847 – 1870)

- IL PIANO REGOLATORE DEL 1883

- L’UFFICIO GEOLOGICO NAZIONALE E IL MUSEO AGRARIO GEOLOGICO

- GLI ISTITUTI SCIENTIFICI DI ROMA CAPITALE E LA REGIA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

- L’Archivio del Comune di Roma dopo il 1870

- GUGLIELMO MARCONI

IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

 

- Gli archivi gentilizi

Quando il privato diventa pubblico

 

- IL LIBRO SCIENTIFICO

L’ILLUSTRAZIONE SCIENTIFICA E LE TECNICHE GRAFICHE

- La Biblioteca e l’Emeroteca Romana Sezioni dell’Archivio Capitolino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL LIBRO SCIENTIFICO

L'ILLUSTRAZIONE SCIENTIFICA E LE TECNICHE GRAFICHE

 

 

Una delle pagine più avvincenti del fecondo periodo della cultura europea compreso tra Quattro e Cinquecento è rappresentata dal ricupero delle testimonianze degli antichi. Nel rinnovato entusiasmo per le capacità ermeneutiche dell’uomo si ricercano sistematicamente i vetusti codici, si collazionano gli esemplari superstiti, si analizzano criticamente le lezioni in essi tramandate, allo scopo di emendare i testi e di ristabilirli nella loro forma originaria. Per l’insegnamento della lingua greca vengono chiamati dotti dall’Oriente; tra gli studiosi si stabilisce una fitta rete di relazioni, con scambio di codici, invio reciproco di informazioni, intreccio di discussioni lessicali e filologiche; frutto della mentalità umanistica è inoltre la formazione di numerose biblioteche pubbliche e private nelle quali raccogliere, conservare e rendere fruibili al pubblico degli studiosi i preziosi volumi.

Oggetto di rigoroso esame critico è anche quella letteratura che interessa la storia della scienza, alla cui fioritura nello scorcio del Quattrocento contribuisce l’invenzione, messa a punto in Germania a metà del secolo, della stampa a caratteri mobili. Per mezzo di quest’arte, i cui procedimenti sarebbero rimasti sostanzialmente inalterati per più di tre secoli, vedono la luce importanti edizioni di opere scientifiche e tecniche dell’antichità – come la Cosmographia di Claudio Tolomeo (1. ed. latina: Bologna, 1477), i libri De materia medica di Dioscoride (1. ed. latina: Colle Val d’Elsa, 1478), gli Elementa geometriae di Euclide (1. ed. latina: Venezia, 1482) – nonché di trattati medievali.

L’impegno filologico misurandosi con la realtà ne diventa un potente mezzo d’indagine. Lo studio critico della toponomastica antica si coniuga ad esempio con la necessità di individuare esattamente le località citate dagli autori classici, la produzione cartografica ereditata dal passato è aggiornata sulle carte nautiche moderne, anche in relazione ai viaggi di scoperta. La nomenclatura botanica è oggetto di una laboriosa opera di sistemazione da parte dei dotti naturalisti; dal tentativo di identificare le essenze vegetali descritte dagli antichi si giunge nel corso del secolo XVI, attraverso la ricognizione diretta, alla scoperta di specie ad essi ignote – tra cui le nuove piante provenienti dalle “Indie Occidentali” – e alla registrazione della flora locale.

 All’origine della scienza moderna è questo rapporto dialettico tra la conoscenza critica delle antiche auctoritates e l’esperienza diretta della realtà, tra le quali inizialmente si ritiene possibile una fusione armonica. Alle radici della rivoluzione scientifica del Seicento è parallelamente una nuova e diversa considerazione della sfera pratica, della ricerca applicata, dei procedimenti della tecnica, nel quadro di un processo di superamento dell’antica contrapposizione tra le arti liberali, delle quali partecipava la scienza teorica, e le attività meccaniche, legate alla pratica e perciò meno nobili. Dai torchi rinascimentali vengono impressi  numerosi trattati tecnici e opere in cui si rivelano i “secreti” della tradizione artigianale – come la Pirotechnia di Vannoccio Biringucci (Venezia, 1540), sulla tecnica delle lavorazioni a fuoco – che riflettono e insieme contribuiscono a rafforzare la nuova cooperazione tra scienziati e tecnici. Nell’impalcatura teoretica, di derivazione aristotelica, in cui erano sistemate nel mondo medievale le varie dottrine dello scibile umano la scienza come esperienza occupava l’ultimo posto; faticosamente si sarebbe fatta strada nel corso del Seicento una forma di sapere che richiedeva “sensate esperienze” e “necessarie dimostrazioni”, secondo le parole di Galilei.

Per quel che concerne l’illustrazione, la letteratura specializzata delle scienze naturali restò per secoli ancorata in Occidente a una tradizione iconografica fondata sulla copia di modelli preesistenti, con immagini generalmente caratterizzate da progressiva stilizzazione e rigidezza dei tratti. L’invenzione della stampa e l’unione, sperimentata già intorno al 1460, della tecnica xilografica alla tipografia non favorirono all’inizio un rinnovamento del repertorio illustrativo. Un mutamento d'indirizzo si verificò soltanto intorno al terzo decennio del Cinquecento, in particolare in botanica, zoologia e anatomia, con l’abbandono dei modelli tradizionali a favore di una originale e scrupolosa riproduzione della realtà.

 La convenzionalità delle figure, talvolta deformate fino a diventare irriconoscibili, di molti erbari medievali, insieme con la sommarietà delle descrizioni, si collega alla funzione e alla destinazione di tali testi, veri e propri prontuari sulle virtù medicinali delle piante, circolanti tra un ristretto pubblico di addetti al settore. A tale prototipo, risalente ai codici della tarda latinità, si richiamarono per lo più gli erbari incunaboli.

Le prime raffigurazioni botaniche a carattere scientifico apparvero nelle Herbarum vivae eicones di Otto Brunfels (Strasburgo, 1530) e nei commentari De historia stirpium di Leonhard Fuchs (Basilea, 1542). Nel primo dei due erbari le effigi di piante eseguite con sorprendente realismo riproducono le imperfezioni e le particolarità accidentali degli esemplari; l’opera è conosciuta sotto il nome dell’autore del testo, Otto Brunfels, ma la figura dominante è quella del responsabile delle illustrazioni xilografiche, Hans Weiditz, allievo di Dürer, attivo a Strasburgo dal 1522. Le figure del secondo erbario, eseguite secondo  l’indirizzo scientifico fornito ai disegnatori e all’incisore dal medico e professore di Tubinga Leonhard Fuchs, si segnalano non solo per precisione botanica, ma anche per l’intento di raffigurare i caratteri tipici della specie. Per enfatizzare l’importanza dell’illustrazione, Fuchs inserì nell’opera oltre al proprio ritratto quelli dei disegnatori Albrecht Meyer e Heinrich Füllmaurer, assorti nel loro  lavoro, e dell’incisore Veit Rudolph Speckle. 

Le grandi tavole anatomiche intagliate in legno che corredano il De humani corporis fabrica (Basilea, 1543) di Andrea Vesalio, attribuite a Jan Stephan van Calcar, incisore e pittore fiammingo discepolo di Tiziano, sono il frutto della collaborazione tra lo scienziato e l’artista e per la loro precisione e accuratezza un manifesto della battaglia del Vesalio a favore di un pieno congiungimento tra la medicina clinica e l’attività di dissezione, quest’ultima durante il Medioevo esercitata in prevalenza dagli empirici, dai barbieri.

Il disegno scientifico venne dunque configurandosi sempre più come strumento di indagine e di conoscenza, come veicolo di informazioni dotato di propria autonomia.

La tecnica xilografica, il procedimento cioè di produzione in serie di immagini mediante l’impressione di matrici lignee opportunamente incise ed inchiostrate, impiegata inizialmente per la stampa di carte da gioco e di immagini religiose, prevalse a lungo nell’illustrazione di testi scientifici e tecnici, dagli anni sessanta del Quattrocento fino alla seconda metà del secolo successivo, quando venne affermandosi in campo librario l’incisione su rame, più efficace della xilografia nella resa delle ombreggiature e dei dettagli.

La calcografia, i cui esordi si collocano nella seconda metà del Quattrocento, sempre più si associò dalla fine del Cinquecento alla tipografia per la parte illustrativa, dando luogo nel Seicento a ricchi corredi iconografici, in contrasto spesso con il generale scadimento del prodotto tipografico di quel periodo; tuttavia testi scientifici come i volumi postumi dell’opera di storia naturale di Ulisse Aldovrandi esibiscono ancora nel XVII secolo illustrazioni  incise in legno. Caratteristica del libro seicentesco è l’antiporta, tavola incisa che precede o affianca il frontespizio e che ne acquisisce l’elemento decorativo, spesso portatrice attraverso complicate allegorie di messaggi allusivi, cifrati, come quella - incisa da Stefano Della Bella - che introduce l’edizione bolognese postuma della raccolta delle opere di Galilei.

Nel corso del Settecento, anche in relazione alla rinascita in Europa dell’arte della stampa, il libro riacquistò sobrietà e nitore, migliorato nella veste tipografica grazie all’uso di caratteri di buona qualità e impreziosito da elementi ornamentali – come vignette, testate, finalini  – distribuiti in modo armonico al suo interno. Numerosi furono in quel periodo i libri di scienza corredati con profusione di tavole spesso pregevoli e raffinate, ormai incise - come la decorazione - quasi esclusivamente in rame. Vennero inoltre sperimentate nuove tecniche grafiche e di stampa atte alla resa di sfumature, dettagli e tonalità cromatiche. L’invenzione della litografia (1798), tecnica di stampa da matrici di una speciale pietra calcarea, diffusasi nell’illustrazione naturalistica solo nel pieno Ottocento, precedette di poco più di un decennio la meccanizzazione del procedimento tipografico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) Vannoccio Biringucci. Pirotechnia...

 

2) Euclides. Euclidis Elementorum libri...

 

3) Giovan Battista Della Porta....

 

4) Galileo Galilei. Opere …In questa...

 

5) Giovanni Maria Lancisi. Dissertatio de...

 

6) Filippo Luigi Gilii – Gaspare Xuarez...

 

7) Antonio Sebastiani. Romanarum plantarum...

 

8) Telemaco Metaxà. Memorie zoologico-mediche...

 

9) Ferdinando Breme, marchese di Arborio Gattinara...

 

10) Angelo Secchi. Descrizione del nuovo...

 

 

 

 

11) Convegno di fisica nucleare, 1., Roma, 1931...